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mercoledì 16 settembre 2015

La Moto Guzzi nei Raid Africani "La Baja"



Di seguito un post di Vanni Bettega che ha lavorato in Guzzi preso dal forum Anima Guzzista in cui si parla della Baja una testimonianza importante  :




<< Un salutone a Tutti.
Sono Vanni e vorrei esporre quanto so a proposito della Baja:
Nella prima metà degli anni ottanta, si presentò all’allora amministratore delegato della Moto Guzzi Rag. Donghi un simpatico architetto bergamasco,un certo Torri.
Questi gli espose il suo progetto di voler partecipare alla Parigi Dakar con una Guzzi.Sulle prime si prese del pazzo poi,avendo prospettato di voler contribuire alle spese, fu preso sul serio.
A quell’epoca la BMW aveva già partecipato coi suoi bicilindrici e poteva questa essere una buona occasione per la Guzzi di saggiare il terreno del mercato delle grosse enduro.
Trovarsi un appassionato del settore disposto a testare gratis questo genere di motoveicoli,fu per la Guzzi un’occasione insperata, da non perdere.
Fu così che il Torri ebbe libero accesso al reparto Sperimentale e a sua disposizione un bravo tecnico, il Serafino.
In breve tempo fu realizzata una moto con sospensioni molto lunghe ,ruote grandi artigliate e soprattutto un enorme serbatoio da 50 lt, dapprima in acciaio poi, visto il peso, in alluminio.
Torri prese parte alla Parigi Dakar del 1985.
Lui e la moto si comportarono onorevolmente,specie se si tien conto che a quei tempi Cagiva seguiva i suoi piloti con l’elicottero,mentre Guzzi seguiva Torri col 238 aziendale guidato dal buon Serafino.Del resto, Torri era spinto da una gran voglia d’avventura e la Guzzi voleva solo rinfrancarsi sulla conoscenza di questo tipo di moto e verificarne la commerciabilità.
Di fatto, la partecipazione della Guzzi alla Dakar sia del 1985 che degli anni successivi passò quasi inosservata salvo quella volta che Torri fu dato per disperso.
Era successo che alla moto,nel bel mezzo del deserto, s’erano rotti i raggi della ruota posteriore.Nessuno aveva più notizie di Torri e la Gazzetta dello Sport era uscita con un titolo che dava il pilota della Guzzi per disperso.
In realtà, il Torri si era intrufolato nella carovana dei partecipanti travestito da arabo e vendeva accendini agli altri concorrenti! Questa goliardata gli fruttò una mezza paginata della Gazzetta.
Tornando alla moto,che non si chiamava ancora Baja, a Parigi fu vista dall’importatore francese cui piacque molto, tanto da chiederne una fornitura di 15 esemplari.
Si ignora quanto li abbia pagati, sta di fatto che nel corso del 1985 furono costruiti 15 esemplari per la Francia più un esemplare finito al museo, tutti denominati Baja..Totale,compresa la moto di Torri, 17 pezzi.
Dopo questi 17 esemplari vennero approntati altri 4 o 5 modelli negli anni successivi, diversi di anno in anno e non più chiamati Baja.
2 Baja in mano a 2 piloti francesi hanno partecipato alla Dakar del 1986.
La prima moto della serie, quella di Torri, circola tuttora nel mandellese, mentre una di anni successivi, col motore 4v circola a Lecco.
Le moto usate da Torri per la Parigi Dakar erano verniciate nei colori ispirati agli sponsors del momento, ne ricordo una beige e marrone sponsorizzata Nef conservata in museo,un’altra sponsorizzata Gatored, verde e arancio, un’altra ancora sponsorizzata Yokoama con tutte quelle righine rossonere.
Su tutte le Baja era stato montato il dispositivo di avviamento a pedale che era stato disegnato e prodotto per la V50 in dotazione alla NATO.
Probabilmente i ricambi , visto che si tratta di forniture militari, sono ancora reperibili presso il magazzino ricambi Guzzi.
Ovviamente si dovrà richiedere la pedivella della V50 Nato e poi verniciarla in rosso.
Quattro parole sulla moto:
Il pezzo più notevole era il serbatoio, sia per la dimensione che per la fattura.
Completamente fatto a mano, cioè tracciati i componenti sulla lamiera, tagliati con la cesoia, imbutiti con martello e incudine, venivano poi saldati a cannello ( in ditta non c’era ancora il TIG)
Il Daniele Lafranconi,bravissimo lattoniere, riusciva a produrne 2 la settimana. Venne poi affiancato dal Festorazzi, ex boxeur peso massimo campione olimpico alle olimpiadi di Roma del 1960, anchegli bravo lattoniere. Si raddoppiò così la produzione .
Il forcellone utilizzava la gamba destra della serie grossa per poter montare il doppio giunto, più adatto all’ampio molleggio. La costruzione e la saldatura delle orecchie per fissarlo alla scatola del cambio era sempre affidata al Daniele.
La verniciatura del serbatoio veniva effettuata senza l’uso di riempitivi per evidenziare la bella martellatura dell’alluminio, dovuta alla bella mano dei nostri lattonieri.
La vernice scelta per l’occasione era la miglior vernice mai usata in Guzzi,precisamente:
per fasce serbatoio,fasce fianchetti, gambali, perimetro del parafango anteriore e interno mascherina
Bianco Glasurit 21- M - 25
Rosso della carrozzeria Glasurit 21-F-1120.
Il bianco dell’impianto di scarico era un bianco opaco ceramico per alte temperature prodotto dal
Colorificio Migliavacca.
Le decalco sul serbatoio sono quelle della Le Mans, entrambe destre, mentre quelle specifiche con la scritta Baja erano prodotte dalla ditta Serigraf.
Se ci fosse necessità di riverniciatura, suggerisco di applicare dapprima il bianco, tracciare e incartare le bande delimitando con nastro per elettricisti da 9 mm.che non lascia sbavature,
qundi procedere con l’applicazione del rosso.( se si fa all’opposto, si avranno maggiori problemi di mascheraturi, inoltre il bianco tenderà al rosa salvo creare un forte scalino tra le 2 tinte.)
Una volta tolta la mascheratura, si puliscono le tracce di colla, si applicano le decalco e due mani di buon trasparente acrilico.
La sella era prodotta dalla ditta Del Martello di Padova, ora FDM Padova.
I parafanghi e la mascherina erano pezzi in catalogo presso la ditta ACERBIS, leggermente adattati.
I fianchetti erano prodotti in modo artigianale in ABS sottovuoto.
L’evoluzione della Baja in chiave produttiva fu la NTX, prodotta in diverse cilindrate.
E’stata una moto onesta ed anche un discreto successo commerciale, specie nella versione per polizia ed enti pubblici. Però, è un po’ come confrontare la Bellucci con la Litizzetto!
Ho una foto della Baja scattata a quei tempi in Guzzi , ma sono in difficoltà su come postarla.
Concludo complimentandomi per l’acquisto con Guzzibaja e un salutone a tutti
Ciao
Vanni >>

fonte : http://forum.animaguzzista.com/viewtopic.php?f=9&t=6117&hilit=Parigi+Dakar














lunedì 14 settembre 2015

La Guzzi e la Dakar

Era il 1979 ed al debbutto della Parigi_Dakar erano presenti anche le Moto Guzzi V50 TT.
I mezzi erano cinque per l'esattezza preparate dal Team francese SEUDEM, condotte dai piloti: Bernard Rigoni, Alain Piatek, Alain Le Grand, Eric Breton e Martine Renier .

Le moto avevano il motore e trasmissione di serie prese direttamente dalla V50. Alcune parti del telaio furono rinforzate in particolare i punti di ancoraggio degli ammortizzatori sul braccio oscillante.

Gli scarichi furono fatti passare tra i due cilindri sotto il serbatoio della benzina, scelta,questa, molto discutibile per via del grande calore che si sviluppava in quella zona.

Gli ammortizzatori posteriori erano dei Marzocchi a gas da 105 millimetri di escursione, anche la forcella era una Marzocchi in magnesio con 240 mm di corsa.

Il serbatoio del carburante era quello della V7 Sport e poteva contenere ben 30 litri di benzina. Il risultato della Moto Guzzi, al raid africano fu un 48esimo posto messo a segno da Bernard Rigoni su un totale di 74 arrivati al traguardo, la classifica era unica tra auto e moto.

 






fonte: http://www.parisdakar.it/