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giovedì 29 ottobre 2015

Moto Guzzi 1000 SPecial

Il Motogarage68  ritorna con una nuova preparazione su base Guzzi 1000 sp del 1979.
La special presenta numerose modifiche di carattaere non solo estetico ma anche meccanico.
E' stato modificato e revisionato tutto l'impianto frenante. Sono stati scelti tubi in treccia di fattura aeronautica. Sono state sostituite le pastiglie freni con il modello brembo in Carbon-ceramica che ottimizza la frenata a caldo. La frenata integrale è stata eliminata e la pompa anteriore che prima comandava un solo disco, ora esercita una giusta dose di forza su entrambi i dischi anteriori. Il disco posteriore è comandato dalla  pompa brembo originale, che è stata completamente revisionata con la sostituzione degli o-ring e del pistoncino. La pompa risultava sovradimensionata per cui si è ricorsi alla sostituzione della pinza posteriore con una a doppio pistoncino ma di dimensioni leggermente ridotte. La pinza posteriore originale era una grossa brembo conosciuta come modello "germania" associata ad un ripartitore di frenata che comandava anche la frenata sul disco anteriore sinistro.Eliminando la frenata integrale, da sola riusciva a bloccare il disco posteriore esercitando semplicemente una leggera pressione sulla leva freno. I carburatori sono stati revisionati completamente ed al posto della scatola filtro ora ci sono due cornetti d'aspirazione che lasciano ben respirare i Phf da 30,
 ( probabilmente saranno sostituiti con i più performanti phf da 36 con pompa di ripresa).
L'impianto di scarico è stato scelto rispettando i canoni dell'epoca che volevano un sound inconfondibile regalato dai Lafranconi della serie  "Riservato Competizione". Per rendere più fluida l'erogazione è stato risistemato il compensatore, che prima era stato eliminato dal precedente proprietario. Tutto il motore è stato revisionato, sostituite tutte e tubazioni e guarnizioni inoltre sono state montate 2 bobine power nuove che provvedono a migliorare la combustione in camera di scoppio. I cerchi sono gli originali in lega, riverniciati con il colore originale. Il serbatoio è stato riverniciato e trattato internamente con tankerite. La sella proviene da una moto guzzi v65 sp ed il parafango posteriore ed i fianchetti sono di una Cagiva SX 250 opportunamente modificati ed adattati al telaio della 1000 sp. Il faro posteriore è di provenienza Moto Guzzi. Il parafango anteriore è stato sostituito sagomato ed accorciato per donare uno stile racing, che si completa con il cupolino del
 Le Mans 850 ( il cupolino piu' bello mai costruito per una cafè racer!!!). 
La "mastodontica" strumentazione è stata sostituita con quella della serie piccola, piu' immediata ed essenziale, è stato eliminato quindi l'orologio ed il Voltmetro.Gli ammortizzatori posteriori sono stati smontati e revisionati cosi' come anche la forcella anteriore.

Base di partenza










two lamps !!!

mercoledì 16 settembre 2015

La Moto Guzzi nei Raid Africani "La Baja"



Di seguito un post di Vanni Bettega che ha lavorato in Guzzi preso dal forum Anima Guzzista in cui si parla della Baja una testimonianza importante  :




<< Un salutone a Tutti.
Sono Vanni e vorrei esporre quanto so a proposito della Baja:
Nella prima metà degli anni ottanta, si presentò all’allora amministratore delegato della Moto Guzzi Rag. Donghi un simpatico architetto bergamasco,un certo Torri.
Questi gli espose il suo progetto di voler partecipare alla Parigi Dakar con una Guzzi.Sulle prime si prese del pazzo poi,avendo prospettato di voler contribuire alle spese, fu preso sul serio.
A quell’epoca la BMW aveva già partecipato coi suoi bicilindrici e poteva questa essere una buona occasione per la Guzzi di saggiare il terreno del mercato delle grosse enduro.
Trovarsi un appassionato del settore disposto a testare gratis questo genere di motoveicoli,fu per la Guzzi un’occasione insperata, da non perdere.
Fu così che il Torri ebbe libero accesso al reparto Sperimentale e a sua disposizione un bravo tecnico, il Serafino.
In breve tempo fu realizzata una moto con sospensioni molto lunghe ,ruote grandi artigliate e soprattutto un enorme serbatoio da 50 lt, dapprima in acciaio poi, visto il peso, in alluminio.
Torri prese parte alla Parigi Dakar del 1985.
Lui e la moto si comportarono onorevolmente,specie se si tien conto che a quei tempi Cagiva seguiva i suoi piloti con l’elicottero,mentre Guzzi seguiva Torri col 238 aziendale guidato dal buon Serafino.Del resto, Torri era spinto da una gran voglia d’avventura e la Guzzi voleva solo rinfrancarsi sulla conoscenza di questo tipo di moto e verificarne la commerciabilità.
Di fatto, la partecipazione della Guzzi alla Dakar sia del 1985 che degli anni successivi passò quasi inosservata salvo quella volta che Torri fu dato per disperso.
Era successo che alla moto,nel bel mezzo del deserto, s’erano rotti i raggi della ruota posteriore.Nessuno aveva più notizie di Torri e la Gazzetta dello Sport era uscita con un titolo che dava il pilota della Guzzi per disperso.
In realtà, il Torri si era intrufolato nella carovana dei partecipanti travestito da arabo e vendeva accendini agli altri concorrenti! Questa goliardata gli fruttò una mezza paginata della Gazzetta.
Tornando alla moto,che non si chiamava ancora Baja, a Parigi fu vista dall’importatore francese cui piacque molto, tanto da chiederne una fornitura di 15 esemplari.
Si ignora quanto li abbia pagati, sta di fatto che nel corso del 1985 furono costruiti 15 esemplari per la Francia più un esemplare finito al museo, tutti denominati Baja..Totale,compresa la moto di Torri, 17 pezzi.
Dopo questi 17 esemplari vennero approntati altri 4 o 5 modelli negli anni successivi, diversi di anno in anno e non più chiamati Baja.
2 Baja in mano a 2 piloti francesi hanno partecipato alla Dakar del 1986.
La prima moto della serie, quella di Torri, circola tuttora nel mandellese, mentre una di anni successivi, col motore 4v circola a Lecco.
Le moto usate da Torri per la Parigi Dakar erano verniciate nei colori ispirati agli sponsors del momento, ne ricordo una beige e marrone sponsorizzata Nef conservata in museo,un’altra sponsorizzata Gatored, verde e arancio, un’altra ancora sponsorizzata Yokoama con tutte quelle righine rossonere.
Su tutte le Baja era stato montato il dispositivo di avviamento a pedale che era stato disegnato e prodotto per la V50 in dotazione alla NATO.
Probabilmente i ricambi , visto che si tratta di forniture militari, sono ancora reperibili presso il magazzino ricambi Guzzi.
Ovviamente si dovrà richiedere la pedivella della V50 Nato e poi verniciarla in rosso.
Quattro parole sulla moto:
Il pezzo più notevole era il serbatoio, sia per la dimensione che per la fattura.
Completamente fatto a mano, cioè tracciati i componenti sulla lamiera, tagliati con la cesoia, imbutiti con martello e incudine, venivano poi saldati a cannello ( in ditta non c’era ancora il TIG)
Il Daniele Lafranconi,bravissimo lattoniere, riusciva a produrne 2 la settimana. Venne poi affiancato dal Festorazzi, ex boxeur peso massimo campione olimpico alle olimpiadi di Roma del 1960, anchegli bravo lattoniere. Si raddoppiò così la produzione .
Il forcellone utilizzava la gamba destra della serie grossa per poter montare il doppio giunto, più adatto all’ampio molleggio. La costruzione e la saldatura delle orecchie per fissarlo alla scatola del cambio era sempre affidata al Daniele.
La verniciatura del serbatoio veniva effettuata senza l’uso di riempitivi per evidenziare la bella martellatura dell’alluminio, dovuta alla bella mano dei nostri lattonieri.
La vernice scelta per l’occasione era la miglior vernice mai usata in Guzzi,precisamente:
per fasce serbatoio,fasce fianchetti, gambali, perimetro del parafango anteriore e interno mascherina
Bianco Glasurit 21- M - 25
Rosso della carrozzeria Glasurit 21-F-1120.
Il bianco dell’impianto di scarico era un bianco opaco ceramico per alte temperature prodotto dal
Colorificio Migliavacca.
Le decalco sul serbatoio sono quelle della Le Mans, entrambe destre, mentre quelle specifiche con la scritta Baja erano prodotte dalla ditta Serigraf.
Se ci fosse necessità di riverniciatura, suggerisco di applicare dapprima il bianco, tracciare e incartare le bande delimitando con nastro per elettricisti da 9 mm.che non lascia sbavature,
qundi procedere con l’applicazione del rosso.( se si fa all’opposto, si avranno maggiori problemi di mascheraturi, inoltre il bianco tenderà al rosa salvo creare un forte scalino tra le 2 tinte.)
Una volta tolta la mascheratura, si puliscono le tracce di colla, si applicano le decalco e due mani di buon trasparente acrilico.
La sella era prodotta dalla ditta Del Martello di Padova, ora FDM Padova.
I parafanghi e la mascherina erano pezzi in catalogo presso la ditta ACERBIS, leggermente adattati.
I fianchetti erano prodotti in modo artigianale in ABS sottovuoto.
L’evoluzione della Baja in chiave produttiva fu la NTX, prodotta in diverse cilindrate.
E’stata una moto onesta ed anche un discreto successo commerciale, specie nella versione per polizia ed enti pubblici. Però, è un po’ come confrontare la Bellucci con la Litizzetto!
Ho una foto della Baja scattata a quei tempi in Guzzi , ma sono in difficoltà su come postarla.
Concludo complimentandomi per l’acquisto con Guzzibaja e un salutone a tutti
Ciao
Vanni >>

fonte : http://forum.animaguzzista.com/viewtopic.php?f=9&t=6117&hilit=Parigi+Dakar














lunedì 14 settembre 2015

La Guzzi e la Dakar

Era il 1979 ed al debbutto della Parigi_Dakar erano presenti anche le Moto Guzzi V50 TT.
I mezzi erano cinque per l'esattezza preparate dal Team francese SEUDEM, condotte dai piloti: Bernard Rigoni, Alain Piatek, Alain Le Grand, Eric Breton e Martine Renier .

Le moto avevano il motore e trasmissione di serie prese direttamente dalla V50. Alcune parti del telaio furono rinforzate in particolare i punti di ancoraggio degli ammortizzatori sul braccio oscillante.

Gli scarichi furono fatti passare tra i due cilindri sotto il serbatoio della benzina, scelta,questa, molto discutibile per via del grande calore che si sviluppava in quella zona.

Gli ammortizzatori posteriori erano dei Marzocchi a gas da 105 millimetri di escursione, anche la forcella era una Marzocchi in magnesio con 240 mm di corsa.

Il serbatoio del carburante era quello della V7 Sport e poteva contenere ben 30 litri di benzina. Il risultato della Moto Guzzi, al raid africano fu un 48esimo posto messo a segno da Bernard Rigoni su un totale di 74 arrivati al traguardo, la classifica era unica tra auto e moto.

 






fonte: http://www.parisdakar.it/

venerdì 24 luglio 2015

Moto Ignorante

Moto Ignorante!!! Solo due parole per esprimere un modo di essere.
Al bar sport qualcuno dice che non c'è bisogno di spiegare il concetto di moto ignorante, perchè si comprende bene l'essenza pura di una moto, pronunciando solo queste due semplici parole.
Provate a ripeterlo...MOTO IGNORANTE ...
Un tale mezzo prima di tutto non deve essere solo spartano!!! Ci vuole il carattere per affermare la personalità di una moto che coglie l'essenza del motociclista puro.
Carburatori, cerchi a raggi, scarico inox artigianale, strumentazione ridotta al minimo, molle di fattura made in Italy, tubi intreccia ...
tanto per cominciare....




                                   
                                   













.....work in progress!!!


martedì 7 luglio 2015

68....motogarage d'altri tempi !!!


Il Moto Garage è il luogo magico dove i progetti prendono vita!!!
Nascono da un disordine assoluto ed a volte crescono percorrendo sentieri irrazionali.
Qui....
Il mondo gira su se stesso perchè c'è qualcuno su una moto sta accelerando.






















domenica 21 giugno 2015

Telaio d'autore

Il telaio Tonti nasce da un progetto di Lino Tonti nel 1969.

Tonti fu chiamato in Guzzi nel 1967 e gli fu chiesto di progettare una moto di 200 kg che facesse 200 km/h. Cosi’ si mise subito al lavoro e da un suo progetto nasce il famoso telaio che ha la caratteristica di essere realizzato assemblando tralicci diritti, infatti  per la sua realizzazione  non sono stati utilizzati tubi ricurvi. Il telaio è noto per la  sua grande rigidita' e per il suo baricentro basso, caratteristiche  che consentivano alla moto di entrare in curva  veloce e con sicurezza restando stabile sulla traiettoria . Il telaio Tonti è a doppia culla chiusa scomponibile che utilizza il motore come elemento centrale chiuso tra le due culle, in tal modo una volta assemblato telaio e motore,  il tutto risultava estremamente equilibrato concentrando le forze in gioco in un unico punto centrale .
Il  telaio Tonti fu davvero innovativo all’epoca, fu  il telaio di mostri sacri come V7 Sport, appunto, S/S3, SP, Le Mans I,II,III, 1000, serie T... lunga lista ma ancora oggi, a quaranta anni di distanza, viene utilizzato.











mercoledì 27 maggio 2015

Revisione ammortizzatori Marzocchi a Gas

La v65 TT è equipaggiata con ammortizzatori posteriori Marzocchi da 360 mm di interasse idraulici a gas compensati. I segni del tempo erano molto visibili, pertanto si è reso necessario smontarli completamente per poter  fare un restauro a regola d'arte.
Le parola d'ordine: via il  ROSSO!!!!
Alluminio per il serbatoio del gas e  Nero per la molla .
Quindi : SVERNICIARE & LUCIDARE!!!!
Lo stile hold school si trasmette attraverso i particolari che risaltano l'essenzialità di una moto senza compromessi.
Infatti la TT  V65 insieme alla V35 erano le moto della serie piccola di casa Guzzi pensate per un utilizzo sia enduristico che stradale. La V65 TT ha un ottimo motore che nello stesso tempo appare corposo ai bassi ma con un'elasticità che consente di  trovarsi a proprio agio anche nelle lunghe percorrenze autostradali.
I marzocchi cosi' revisionati donano un buon confort sia nei percorsi sia on/off road e con il nuovo look troveranno una giusta collocazione su una moto che ricorderà le vecchie moto da regolarità .